venerdì 22 agosto 2008

Intervallo a stelle e strisce

Duplice fischio, finisce il primo tempo. Accendiamo le luci della cucina, mentre il salone rimane al buio per consentire la visione del maxi schermo e ascoltare i commenti a caldo della prima frazione di gara. Andamento impensabile, forse, ma il fascino del calcio sta nell’imprevedibilità che spesso elargisce. Partita tesa più del consentito, diversi interventi troppo duri, anche da parte della selezione degli emarginati dai “veri” sport USA.
“De Rossi è proprio un coglione, ma che gli è frullato per la testa?” il primo commento che si leva indistinto ma nitido dal buio assiepato del salone dopo il primo replay mandato nel corso dell’intervallo.
C’è chi esce sul terrazzo per fumare, chi si dirige verso la cucina per sedare i crampi allo stomaco. Sarebbe una partita dall’esito incerto quella tra pizzette addentate e sigarette.
Si susseguono i commenti più disparati, anche se in questi frangenti l’esercizio più diffuso rimane quello di dare del pippone a questo o quel giocatore, spesso guidati nel giudizio dalle più bieche tendenze del tifo individuale. “Cannavaro è drogato, non vedi come sta giocando? Dite a Lippi di toglierlo” insinua una voce dal fondo del salone. “Pensa a quel coatto di De Rossi” è la replica immediata che sale dal divano appostato al lato del maxi schermo.
Assaporo il mio terzo pezzo di pizza, gustando divertito il ping pong di battute che volano per aria. Calciopoli ha un po’ sedato la mia passione per la Nazionale, per cui riesco a deviare il pensiero dalla domanda che tra 45 minuti avrà soluzione: come andrà a finire?
Torno al mio posto, sta per ricominciare.

Questo testo è pubblicato nella raccolta di racconti brevi Italia del Mondo - AA. VV. - Leconte Editore - 2006