giovedì 18 giugno 2009

Una passeggiata lunga vent'anni

“Ho percorso centinaia di chilometri, ho corso per le strade, solo per stare con te. In questo giorno d’estate che non sconta i gradi mi ritrovo qui sul lungomare di Anzio, perso nelle parole che cancellano il nostro passato ed inebriano il presente di profumi e di futuro. Il vento di questo mar Tirreno scompiglia i tuoi capelli e da sfogo ai miei pensieri dipanati in un turbinio di immagini sfalsate che abbraccia i soldati americani e le passeggiate in bermuda di Bruno Conti nell’estate dell’82. L’asfalto brucia di passi e pulsazioni. Abbasso gli occhi sulle mie gambe levigate dagli allenamenti per far finta di non guardar le tue, così sottili e proporzionate da darmi un’idea per certi versi forse oscena di ciò che è paradiso.”
Sono i versi del mio passato che scovo oggi in un recondito angolo del ripostiglio nel quale non mi affacciavo più da tempo. Ritrovati in questo pomeriggio di fine marzo che mi ha casualmente riaccompagnato sul lungomare di Anzio dopo più di vent’anni. Panchine graffiate di salsedine, due piccoli bar appena riaperti, cabine balneari ancora da sistemare prima dell’arrivo dell’estate, gente che passeggia nei cappotti aperti. Qualcosa di acerbo e inebriante si esprime nel volo dei gabbiani che volteggiano a pelo d’acqua fin sopra i lampioni di strada. Io ero, io sono. E qualcosa che unisce: una passeggiata lunga vent’anni. Più lunga, più aspra di questo lungomare dove i bambini si inseguono in un acrobatico slalom fra i passanti e le biciclette dei vigili urbani in uscita per pattugliare il nulla che c’è tra il cielo e il mare. Un ristorante ormai in chiusura rigetta per strada gli ultimi avventori, sazi e rimbalzanti verso il bar più vicino alla ricerca di un digestivo. Uomini per lo più anziani accostano l’orecchio a moderne radioline per seguire tutto il calcio minuto per minuto, sopportando innervositi i rimbrotti delle mogli non ancora rassegnate. Le palme scuotono di tanto in tanto le loro alte chiome che proiettano gli sguardi verso immaginifiche mete esotiche. Quella scogliera in lontananza un giorno nascose e scoprì il paradiso.

Questo testo è stato pubblicato su Italia Gratis 2009-2010 - Leconte editore - 2009