mercoledì 21 gennaio 2009

Tra New York e Mosca

Lo schermo del pc mi sta fissando ancora. Una nuova email da aprire: l’ha mandata il dottor Nencini. Sarà la richiesta della solita presentazione per un cliente importante, che non la leggerà mai.
Dovrà essere “ben strutturata”, dovrà “raccontare una storia”, dovrà risultare “sintetica ed esaustiva in tutti gli argomenti che affronta”. E, soprattutto, dovrà essere “pronta per ieri”. Motivo per cui arriva una nuova email che mi blocca il calendario di outlook per domani alle 19: REVIEW PRESENTAZIONE compare nell’oggetto. Addio allenamenti. E, se si tira troppo per le lunghe, salta pure la cena organizzata con gli amici. Chiuso qui, in questo open space che più ottuso non si può. Brancolando nel vuoto del mio cervello ormai prosciugato di qualsiasi ispirazione che entro domani si deve inventare trenta slide di affermazioni di facciata che suonano false già nel momento in cui le penso.
Devo solo cercare di farle piacere al dottor Nencini, il principe di power point, lo stratega della consulenza aziendale che vive solo di equazioni. Dovrò inventarle durante una riunione per il progetto six sigma, rileggerle col sottofondo usurante e chiassoso di decine di telefonate a cui i colleghi avranno la creanza di rispondere utilizzando gli stessi toni dei venditori di pesce al mercato del sabato mattina.
Distolgo lo sguardo dallo schermo e vedo gli aerei volare in alto tra New York e Mosca.
Ma qui sembra non importare niente a nessuno.
Ed io non ce la faccio più.

Questo testo è stato pubblicato sul numero 64 della rivista letteraria internazionale Storie - Leconte editore - 2009