lunedì 31 marzo 2014

USA ’94: Kerouac, il Divin Codino e…

Nel frattempo, anche la nazionale è arrivata negli Usa carica di aspettative. Il presidente federale Matarrese ha pronosticato una finale col Brasile. Sacchi, voluto fortemente proprio dal costruttore barese per riproporre con l’Italia il calcio stratosferico del primo Milan berlusconiano, non è ancora riuscito a plasmare appieno il gioco degli azzurri ma conta di poter lavorare bene nei dieci giorni precedenti l’esordio con l’Irlanda. Che avviene alle quattro del pomeriggio del 18 giugno al Giants Stadium di East Rutherford – New Jersey, nel caldo opprimente della East Coast. È sabato e, non essendoci lezioni, posso vedere la partita senza problemi. Scendo nel bar dell’albergo, ordino una Budweiser e prendo posizione. Oltre a me, altre due persone, evidentemente non interessate al calcio, chiacchierano sottovoce dei fatti loro. La gara si mette subito male: dopo appena undici minuti siamo sotto con un tiro da fuori area di Houghton che sorprende Pagliuca fuori dai pali. Immagino una reazione che però è flebile e improduttiva. I carichi di lavoro imposti da Sacchi per arrivare in condizione nella seconda fase del torneo e il caldo debilitante del Giants Stadium tagliano le gambe ai nostri giocatori. Finisce 1-0 per i verdi d’Irlanda. Sono di umore nero: ora per gli azzurri la strada è in salita.

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